La TENNOLOGIA...



Il nostro blog si arricchisce di un nuovo collaboratore,dopo Maurizio "il vespaio",Dario "Il posto del cu...ore",Simona Guarducci "people of Facebook" ...a partire da oggi abbiamo il piacere di ospitare una nuova rubrica a cura di Raf Bresci...BUONA LETTURA!


Prima di trattare sul blog argomenti inerenti la tennologia, parola sulla bocca di parecchi e quasi mai a proposito, è il caso di chiarire di che cosa, in generale, s'occupa questa nuova rubrica.
Allora, la parola "Tennologia", in italiano Tecnologia, Kalvezoniezh in bretone, Tegnologie in afrikaans, Teknologia in basco e Aporekorape in Guaranì, oltre che "oddio icche faranno?" in Vaticano, viene dal greco tekhnologhia. Non uso l'alfabeto greco che tanto chi se ne frega e non tutti conoscono. Mi fa piacere sottolineare, però, che certe lingue più lontane (o piccole) non si allineano a tutte le altre, che chiamano la tennologia sempre tennologia, con qualche leggera variazione.
Ecco il primo punto. Culture antiche, anche europee come quella basca o bretone, hanno un'idea di tennologia differente da quella dei più. Lo stesso dicasi per altre ancora, senza contare che la stessa tennologia, a volte a ragione e più spesso a torto, è vista come il fumo negli occhi, quando trattasi d'applicazioni che contrastano col suo più alto insegnamento, nello Stato più piccolo del mondo (ipertecnologico dentro e pieno d'arte e di storia fuori, al punto che se esprimesse anche un po' di spiritualità sarebbe il massimo).
Ma non divago oltre.

Dico che la tecnologia, così come intesa in senso letterale e preciso, non è che "l'applicazione della conoscenza" in un dato campo del vivere e, soprattutto, del fare umano. Il che, trattandosi appunto d'applicazione, ci dice subito che la tecnologia è una cosa, la scienza un'altra e la conoscenza un'altra ancora che, quanto meno e almeno per le correnti di pensiero più diffuse, ne comprende una e si serve dell'altra.

In paroloni, che prendo da Wikipedia (www.wikipedia.org), la tennologia "è l'ambito multidisciplinare di ricerca e sviluppo di soluzioni, legate soprattutto ai processi produttivi". Insomma, quello che ho appena detto. Il termine greco originario, poi, era composto. "Loghia" stava per discorso. Tekhno per arte. Beninteso, arte degli artigiani, del saper fare o, come direbbero gl'inglesi vergognandosi a volte un po' e come dicono le ditte italiane senza vergona, del "know how".

Sta di fatto che, in presenza di progressi e scoperte scientifiche, la tennologia progredisce a sua volta, visto che è quasi tutto un "discorso" sulla costruzione di macchine, oggi anche d'applicazioni per farle funzionare, a partire dai principi scientifici. Roba da gente pratica potremmo dire, che non ci sarebbe senza un adeguato supporto teorico.

Non tutto, però. C'è chi parla di tennologia dello scrivere, di tennologia del produrre altre, di tennologia finanziaria (quest'ultima ben poco supportata negli ultimi anni, vedere quel che succede per credere, da teorie valide). E via e via.

Per alta tennologia (o ai tek come dicono i soliti italiani di prima per mostrare quanta consapevolezza hanno delle loro capacità imprenditoriali e delle loro stesse imprese) si intendono gli ultimi ritrovati tennologici, quelli in definitiva più vicini a progressi scientifici più recenti.

Tennologia avanzata è invece una definizione che non ha troppo senso. Anzi, un senso ce l'ha nel senso che a volte ci presentano come "prodotti eccezionali e d'ultima generazione" o addirittura vere e proprie "rivoluzioni tennologie" robe che nei laboratori e nei centri di ricerca sono avanzati da tempo. Infatti, pur di guadagnare quando gli conviene (perché prima ha da smaltire altro o perché in un dato momento il mercato potrebbe non essere ricettivo), l'industria ritarda di frequente l'applicazione di scoperte scientifiche e di derivati tecnologici. Insomma, il capitale, in considerazione di indirizzi di marketing, può ritardare o anche ostacolare lo sviluppo della tennologia.

E ciò, parlando di tennologia, ci ricorda una cosa: l'economia di mercato non è necessariamente il capitalismo. Anzi, il capitalismo è tutta un'altra faccenda che si serve del libero mercato come di uno strumento comodo finché riesce a gestirlo a piacere.

Insomma, serviamoci della tennologia ma un ci facciamo pigliare pe' i culo.

RAF BRESCI



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1 commento:

Ettore Gallo ha detto...

Passavo per vedere come va... Bel blog... complimenti... ciao. buon lavoro! P.S.:ricambia la visita! xD